lunedì 18 marzo 2019

Conviene aprire un proprio sito di scommesse online?

Questa mattina stavo raccogliendo un po' di informazioni riguardo le tipologie di siti che vengono maggiormente richieste dagli utenti: così, invece di scomodare sondaggi costosi e spesso inaffidabili, mi sono rivolto direttamente a Google per capire un po' quale sia il trend attuale (almeno in Italia). Tra i risultati più cliccati vi era "aprire sito scommesse", piazzato al quarto posto subito dopo le parole "internet, web, gratis": dato l'andazzo attuale e la crisi che imperversa su tutti noi, stranamente pare che il gioco online non conosca alcun declino, e si continua a scommettere online senza tregua (alla faccia della crisi). Del resto i dati parlano chiaro: un fatturato di 60 milardi di euro all'anno (Fonte: Millionaire, giugno 2010) che pero' deve frenare i facili entusiasmi degli aspiranti bookmaker per una serie di motivazioni. Anzitutto i web-software che servono allo scopo, ad esempio quelli per casinò online e poker, sono affidati a pochi produttori trusted (letteralmente "fiduciati" dallo Stato), i quali garantiscono che non ci siano meccanismi truffaldini nel software. Al tempo stesso, pero', lucrano abbondantemente su questo meccanismo, offrendo "affiliazioni" in franchising in cui è necessario investire svariate migliaia di euro. Qualora si decida di farlo, si riesce ad ottenere un sito tipicamente "chiavi in mano", che è possibile personalizzare nell'aspetto, parcheggiare su un dominio a propria scelta e promuovere liberamente. Il vero problema, tuttavia, rimane il fatto che si deve pagare molto per entrare nel meccanismo e la concorrenza, in questo campo, rimane spietata. Diventare un bookmaker online, sebbene sia alettante per tutti coloro che hanno ambizione e possiedano buone competenze in ambito informatico, sembra essere un'opportunità non molto agevole da concretizzare, visto che richiede necessariamente un investimento iniziale abbastanza grosso. Realizzare una web application personale per il gioco d'azzardo, quindi, appare come un'attività del tutto infruttuosa e non attuabile a scopi legali, neanche ricorrendo al diffuso escamotage di usare hosting non italiani (la responsabilità di quello che fai da residente in un paese rimane comunque confinata al tuo stato di appartenenza, a prescidere se utilizzi un server in USA o in Germania). Per saperne di più sulle tendenze di ricerca attuali potete consultare Google Trends.